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La chemioterapia  Faq - versione inglese

La chemioterapia2020-12-10T18:10:27+01:00

Che cos’è la chemioterapia?

La chemioterapia è una delle metodiche che si impiegano per curare i tumori.

Ma i tumori non sono “malattie incurabili”?

Assolutamente no! Attualmente la maggior parte dei tumori è curabile.

Oltre alla chemioterapia con quali altri mezzi si curano i tumori?

Con la chirurgia, con la radioterapia, con la terapia ormonale e con la immunoterapia.

Che differenze ci sono fra chirurgia, radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia e immunoterapia?

La chirurgia e la radioterapia agiscono a livello locale, curando l’organo malato; la chemioterapia e la ormonoterapia agiscono sulle cellule malate eventualmente presenti in tutto l’organismo; l’immunoterapia agisce stimolando le difese dell’organismo.

Queste modalità di trattamento possono essere impiegate insieme?

Si! L’integrazione di queste varie possibilità terapeutiche rappresenta uno dei punti di forza della moderna oncologia.

Quando si somministra la chemioterapia?

  • Prima di un intervento chirurgico, per facilitare il compito del chirurgo riducendo le dimensioni della malattia (chemioterapia preoperatoria o primaria).
  • Dopo un intervento chirurgico per eliminare cellule malate, eventualmente presenti nell’organismo in sedi diverse da quella della malattia principale (chemioterapia precauzionale o adiuvante).
  • Nel corso di una malattia non aggredibile con terapie che agiscono a livello locale o in presenza di controindicazoni alla chirurgia per la presenza di altre malattie.
  • Nel caso di eventuali riprese della malattia.

Come si somministra la chemioterapia?

Il modo più comune è la somministrazione endovenosa di farmaci definiti “antiblastici”. E’ possibile anche la somministrazione per via intramuscolare, orale, sottocutanea o intracavitaria (nell’addome o nel torace), a secondo dei farmaci impiegati. I farmaci vengono somministrati in diversi “cicli” di terapia; per ciascun ciclo si somministrano i farmaci per uno o più giorni ad intervalli di tempo prestabiliti (in genere 3 o 4 settimane).

Quanto tempo dura una chemioterapia?

La durata della chemioterapia è variabile a seconda del programma terapeutico deciso dallo specialista.

Dove e da chi deve essere somministrata la chemioterapia?

Le leggi attuali limitano la somministrazione della chemioterapia a quei reparti in cui sia presente personale medico e paramedico adeguatamente preparato ed in cui siano disponibili le strutture ed apparecchiature necessarie.

La chemioterapia provoca effetti collaterali?

Purtroppo si! Attualmente si hanno a disposizione molte e efficaci possibilità per prevenire e, eventualmente, trattare questi effetti.

E’necessario riferire al medico curante tutti gli eventuali effetti collaterali, anche transitori, comparsi dopo la terapia?

Sì. E’opportuno utilizzare un diario o un quaderno per scrivere il tipo e l’intensità del disturbo, la data, l’ora di insorgenza e la sua durata.

Quali sono gli effetti collaterali più comuni?

La riduzione del numero dei globuli bianchi e delle piastrine, la nausea e il vomito, le infiammazioni della bocca, la diarrea, la perdita dell’appetito, la stanchezza e la caduta dei capelli.

Questi effetti si hanno con tutti i protocolli di chemioterapia?

No! Ogni protocollo, secondo i farmaci impiegati, può provocare degli effetti collaterali specifici. La loro durata è estremamente variabile.

Globuli bianchi e piastrine2020-12-10T18:10:43+01:00

La riduzione del numero dei globuli bianchi e delle piastrine

Perché si riducono i globuli bianchi e le piastrine?

La chemioterapia, oltre le cellule malate, colpisce tutte le cellule che si moltiplicano rapidamente. Fra queste ci sono anche i globuli bianchi e le piastrine.

Quanto tempo dura la riduzione di queste cellule?

Può durare alcuni giorni e compare, di solito, fra un ciclo e l’altro (intorno al 12°-14° giorno dall’inizio della terapia).

E’ pericolosa?

La riduzione dei globuli bianchi e delle piastrine può essere causa di infezioni o di emorragie. In questo periodo di tempo è necessario evitare di esporsi a possibili agenti che causano infezioni: evitare i luoghi molto affollati, lavarsi spesso le mani, non usare bagni pubblici, evitare il contatto con bambini che hanno subito una recente vaccinazione contro la polio, la rosolia, la parotite ed il morbillo, disinfettare accuratamente anche piccole ferite.

Esistono dei farmaci per curare la riduzione dei globuli bianchi?

Si! Attualmente sono disponibili dei farmaci ( i “ fattori di crescita”) molto efficaci per trattare e per prevenire questa situazione.

Come funzionano questi farmaci?

Stimolano il midollo osseo a produrre globuli bianchi.

Possono avere qualche effetto collaterale?

Si possono avere, per qualche giorno, dolori ossei e articolari. Può comparire, a volte, la febbre.

Che fare in questo caso?

Informare il medico e assumere, dietro suo consiglio un trattamento specifico. In genere, analgesici e/o farmaci per abbassare la temperatura sono sufficienti.

Che fare se i globuli bianchi e le piastrine si riducono?

Assumere i farmaci prescritti dal medico; evitare contatti con persone affette da infezioni, anche banali (raffreddore, influenza, bronchite, ecc.); consumare preferibilmente cibi cotti, evitando latte, frutta, e verdure fresche; curare scrupolosamente l’igiene personale, facendo particolare attenzione alla bocca e alle mucose in genere; lavare spesso le mani, specialmente prima dei pasti e dopo essere stati in bagno.

In quali casi bisogna informare immediatamente il medico?

In caso di insorgenza di febbre, di bruciore urinario, tosse insistente, perdite o bruciore vaginale, emorragie anche modeste o comparsa di lividi.

Se si riducono i globuli bianchi o le piastrine è necessario il ricovero in ospedale?

Non sempre. Ogni situazione va valutata dal medico per decidere in base alle condizioni del paziente, al tipo di terapia somministrata ed alle eventuali complicanze.

La nausea e il vomito2020-12-10T18:09:49+01:00

La nausea e il vomito

La nausea e il vomito sono frequenti?

Le attuali terapie contro la nausea ed il vomito hanno ridotto moltissimo la loro incidenza. Nonostante ciò, alcuni pazienti presentano questi effetti collaterali.

Tutti i protocolli di chemioterapia possono provocare nausea e vomito?

No! Le probabilità che questo effetto compaia sono diverse a seconda dei protocolli utilizzati.

Quando vanno assunte le terapie per prevenire la nausea e il vomito?

Le terapie vanno assunte regolarmente e non solo dopo l’insorgenza di questi sintomi. E’ necessario rispettare scrupolosamente dosi, orari e via di somministrazione.

In che modo è opportuno consumare i pasti?

  • Mangiare e bere lentamente, masticando bene i cibi per favorire la loro digestione.
  • Utilizzare alimenti asciutti e leggermente salati.
  • Fare pasti piccoli e frequenti.
  • Cercare di non cucinare personalmente e non stare in cucina durante la preparazione dei cibi; il loro odore potrebbe indurre nausea e vomito.
  • Fare del movimento prima di consumare i pasti.

E’ meglio mangiare di più la mattina o la sera?

Di solito al mattino la nausea e il vomito sono meno presenti. Di conseguenza, una parte delle calorie che si devono assumere nel corso della giornata può essere spostata al mattino ( ad esempio, facendo una prima colazione seguita, a metà mattinata, da uno spuntino).

Cosa bere?

Le bevande, in particolare quelle zuccherate, possono aumentare la nausea se assunte durante i pasti. Al contrario, le bevande zuccherate possono ridurre la nausea se assunte al di fuori dei pasti. Di conseguenza è opportuno bere prevalentemente al di fuori dei pasti (succhi di frutta, Gatorade, thè, sciroppo di menta).

Cosa bisogna evitare?

I cibi fritti, ricchi di grassi e piccanti. E’ preferibile, inoltre, evitare di consumare i pasti a letto.

Si può bere alcool?

E’ preferibile evitare bevande alcoliche. E’ possibile, se il paziente lo desidera, bere un bicchiere di vino ai pasti.

Lo stato emotivo influisce sulla nausea e sul vomito?

Si! L’ansia può provocare l’insorgenza o l’aggravamento di questi effetti della terapia.

Che fare in questi casi?

Si possono assumere degli ansiolitici, su indicazione medica, per affrontare con più tranquillità i cicli di terapia.

Quando avvisare il medico?

  • Se si hanno più di tre episodi di vomito all’ora per due o tre ore di seguito.
  • Se la nausea dura più di tre giorni dopo la chemioterapia.
  • Se nel vomito sono presenti sangue o materiale scuro.
  • Se il vomito penetra nelle vie respiratorie.
  • Se non si riesce a bere o a mangiare per una intera giornata.
  • Se non si riescono ad assumere i farmaci prescritti.
  • Se compaiono segni di disidratazione (cute e bocca secche, riduzione della quantità di urina, urine molto scure) e/o uno stato confusionale.
Infiammazioni della bocca2020-12-10T18:14:41+01:00

Le infiammazioni della bocca

Le infiammazioni della bocca sono frequenti?

Con alcuni farmaci si!

E’ possibile prevenirle?

Il raffreddamento della bocca durante la chemioterapia rappresenta un modo semplice, ma efficace per prevenire queste infiammazioni. Ad esempio, si possono tenere in bocca dei cubetti di ghiaccio per tutta la durata della chemioterapia, in maniera continuativa.

Cosa fare dopo i pasti?

E’ importante curare scrupolosamente l’igiene orale. Dopo ogni pasto bisogna lavare i denti con uno spazzolino morbido, evitare colluttori contenenti alcool e, se consigliato dal medico, fare degli sciacqui con il bicarbonato.

Cosa fare se si hanno protesi dentarie mobili?

E’ opportuno rimuoverle, lavarle accuratamente utilizzando anche prodotti specifici, e usarle solo nei momenti in cui è strettamente necessario.

Il fumo è dannoso?

Assolutamente si!

Cosa evitare in caso di infiammazioni della bocca?

Cibi caldi o molto freddi. Aceto, agrumi e pomodori, che potrebbero creare irritazioni o bruciori. Cibi molto salati o piccanti, alcoolici e caffè.

Quali alimenti consumare?

Alimenti morbidi a temperatura ambiente (ad esempio, frullati di frutta, creme, gelatine, yogurt, budini, purea di patate ecc).

Si possono usare degli integratori?

Si! Gli integratori disponibili in farmacia garantiscono un elevato apporto di calorie.

Cosa fare in caso di placche sulla lingua e sul palato?

Informare il medico curante. Le placche possono essere rimosse con una spatolina. Dopo la rimozione, fare sciacqui con bicarbonato e pennellature con violetto di genziana.

Cosa fare se compare dolore?

Si può raffreddare la bocca con gelati o cubetti di ghiaccio. Si possono usare anestetici locali, ma solo dietro consiglio medico. Se il dolore è molto intenso ed impedisce una adeguata alimentazione, è possibile usare anestetici locali subito prima dei pasti, su indicazione medica.

Si devono assumere farmaci?

In alcuni casi e su consiglio del medico possono essere impiegati dei farmaci per prevenire eventuali infezioni.
Se il medico vi ha prescritto farmaci per il dolore che si possono assumere indipendentemente dai pasti è opportuno prenderli 20/30 minuti prima di mangiare.

In quali casi informare il medico?

  • Se non si riesce a mangiare e/o a bere adeguatamente.
  • Se la lingua appare fortemente arrossata, sanguinante o con placche di colore bianco.
  • Se la bocca presenta erosioni della mucosa.
  • Se compare febbre.
  • Se si avverte difficoltà a deglutire.
  • Se si avverte il bruciore dopo avere deglutito.
La diarrea2020-12-10T18:16:11+01:00

La diarrea

La diarrea è frequente?

Con alcuni farmaci si!

E’ un problema grave?

In genere no. In alcuni casi, però, può provocare problemi legati alla perdita di liquidi e di sali minerali.

Cosa bisogna evitare?

Non bisogna consumare cibi piccanti, molto conditi e ricchi di scorie (in particolare pane e pasta integrali, frutta fresca, noci, legumi e verdure).
E’ bene anche evitare latte e latticini in genere.
Sospendere immediatamente eventuali terapie con lassativi.

Cosa bisogna fare?

E’preferibile bere durante tutto l’arco della giornata, in piccole quantità ogni volta.
Reintegrare i liquidi persi, bevendo acqua, thè, succhi di frutta.
Sono molto utili reintegratori di liquidi e elettroliti come Gatorade, Isostad, ecc.

Cosa mangiare?

I cibi da preferire sono: riso bollito, uova, pesce, carne ai ferri con limone, semolino, patate, banane e mele.

In quali casi bisogna consultare il medico?

  • Se la diarrea dura per più giorni.
  • Se compaiono dolori addominali o segni di disidratazione (cute e bocca secche, crampi).
  • Se si riduce la quantità di urina.
  • Se le urine sono scure.
  • Se si nota la presenza di sangue nelle feci.
  • Se compare febbre.
  • Se compare uno stato di confusione
La stitichezza2020-12-10T18:18:26+01:00

La stitichezza

Si può avere stitichezza in corso di chemioterapia?

Si! Può essere provocata sia dai chemioterapici che da altri farmaci somministrati come supporto alla chemioterapia.

E’ vero che i farmaci usati per la prevenzione della nausea e del vomito possono provocare stitichezza?

Si! Si tratta, comunque, di un effetto collaterale transitorio e ben controllabile.

I farmaci usati per il trattamento del dolore possono dare stitichezza?

Alcuni si! Quando si impiegano questi farmaci è compito del medico suggerire al paziente regole di vita e consigli sull’alimentazione in grado di prevenire questo disturbo.

Cosa mangiare in caso di stitichezza?

Cibi ricchi di scorie (pane e pasta integrali, frutta e verdure fresche). Prugne o succhi di prugna (una volta al giorno, preferibilmente la sera).

Bisogna bere di più o di meno?

E’ utile bere di più, in particolare al di fuori dei pasti.

E’ preferibile mangiare di più la mattina o la sera?

Una colazione abbondante, ricca di fibre e con bevande calde può essere molto utile.

Le abitudini di vita possono influire?

Certamente! E’ importante: mangiare ad orari regolari; riposare adeguatamente; fare una regolare attività fisica.

Cosa bisogna evitare?

L’uso non controllato di lassativi; bevande contenenti caffeina (thè, caffè); cioccolato, formaggi, uova.

Bisogna assumere lassativi?

I lassativi non vanno assunti su iniziativa del paziente, ma solo dopo consiglio medico.

La riduzione dell’appetito2020-12-10T18:21:45+01:00

La riduzione dell’appetito

E’ frequente la riduzione dell’appetito nei pazienti sottoposti a chemioterapia?

La mancanza di appetito (anoressia) è molto frequente nei pazienti sottoposti a chemioterapia.

Da cosa é causata?

Può essere causata dalla nausea e dal vomito, da fenomeni di ansia o di depressione o dalla malattia stessa. L’anoressia può essere causata, inoltre, da alterazioni del gusto o dell’olfatto, dovute alla chemioterapia.

Quanto tempo dura l’anoressia provocata dalla chemioterapia?

Di solito si tratta di un problema transitorio e rapidamente risolvibile.

L’anoressia può causare complicanze?

La mancanza di appetito, nei casi più gravi e prolungati, causa una ridotta assunzione di elementi nutritivi fondamentali ( zuccheri, proteine, vitamine, sali minerali) con conseguente perdita di peso. Ciò può ridurre le difese immunitarie del paziente, rendendolo più esposto ad eventuali complicanze, oltre che ridurre la tollerabilità al trattamento ed influire negativamente sullo stato psicologico del paziente.

Cosa mangiare in caso di anoressia?

Preferire alimenti molto calorici (uova, carne, pesce, formaggi, dolci).

Come aumentare le calorie negli alimenti?

Arricchire gli alimenti con formaggi, burro, olio, prosciutto o carne tritata, latte rinforzato (cioè latte a cui viene aggiunto del latte in polvere).

Quando mangiare?

Non è necessario mangiare ad orari stabiliti. E’preferibile mangiare quando si ha fame, con pasti piccoli e frequenti distribuiti nell’arco della giornata (fino a 6 – 8 volte al giorno).
E’ utile far trovare sempre disponibili al paziente i suoi cibi preferiti.

E’ utile fare una colazione abbondante?

Si! La mattina di solito si ha più appetito. Si può fare, quindi, una prima colazione abbondante seguita da uno spuntino a metà mattinata. Come obiettivo si può consumare un terzo delle calorie giornaliere nell’arco della mattinata.

Come presentare i cibi?

Usare piatti piccoli con porzioni non particolarmente abbondanti. Assecondare per quanto possibile i gusti del paziente. Presentare ogni piatto separatamente.

Quando e cosa bere?

Per evitare la sensazione di ripienezza gastrica è bene evitare di bere prima dei pasti. Evitare, per la stessa ragione, le bevande gassate. E’meglio bere al di fuori dei pasti, preferendo succhi di frutta, thè zuccherato, ecc.

Si può bere alcool?

In piccole quantità, prima dei pasti, l’alcool può stimolare l’appetito.

Cosa usare per dolcificare i cibi?

E’ preferibile usare il miele, per aumentare l’apporto di calorie.

Come debbono comportarsi i parenti?

  • L’alimentazione non deve diventare un argomento centrale di discussione. Durante i pasti è opportuno creare un clima sereno e rilassato.
  • Preparare la tavola con cura.
  • Evitare di preparare i cibi in presenza del paziente.
  • Mangiare insieme.

E’ opportuno assumere integratori?

Dietro indicazione e sotto controllo medico gli integratori possono essere utili.

Cosa fare se un paziente ha difficoltà a masticare e/o deglutire?

Si possono usare cibi frullati, triturati, omogeneizzati o degli integratori alimentari. In questi casi sono utili gelati, budini, yogurt.

Si possono usare farmaci per stimolare l’appetito?

In alcuni casi si! L’impiego di questi farmaci è, però, limitato a casi di grave anoressia con marcata perdita di peso e solo su prescrizione medica.

Quando informare il medico?

  • Se si perdono più di tre kg di peso in una settimana.
  • Se compare dolore durante i pasti.
  • Se si riduce molto la quantità di urina e /o se compaiono segni di disidratazione, come lingua asciutta, cute secca e non elastica, crampi, stanchezza, sonnolenza , torpore e stato confusionale.
Il singhiozzo e la caduta dei capelli2020-12-10T18:24:26+01:00
Il singhiozzo

Il singhiozzo è frequente nei pazienti sottoposti a chemioterapia?

In genere no, anche se è un sintomo che, talvolta, può comparire.

Che cosa fare?

Bere lentamente acqua non troppo fredda. Respirare lentamente e profondamente in una busta di carta o di plastica per 3 o 4 volte consecutive. Tenere un cucchiaino di zucchero in bocca e poi ingoiarlo, dopo 1-2 minuti.

Cosa evitare?

  • Non sforzarsi a mangiare.
  • Evitare bevande gassate.
  • Non fumare.

Quando avvisare il medico?

  • Se il singhiozzo dura per più di un giorno.
  • Se compaiono difficoltà a respirare.
  • Se non si riesce ad alimentarsi adeguatamente.
La caduta dei capelli

Durante la chemioterapia i capelli e i peli del corpo debbono necessariamente cadere?

No! Non tutti i farmaci provocano la caduta dei capelli e dei peli.

Dopo quanto tempo dall’inizio della chemioterapia cadono i capelli?

Dipende dai casi. In alcuni pazienti cadono subito in maniera completa (12-14 giorni dopo la somministrazione della chemioterapia), in altri, in maniera più progressiva.

Dopo la chemioterapia i capelli ricrescono?

Si! Al termine della chemioterapia i capelli riprendono a crescere normalmente.

Si può fare qualcosa per prevenire la caduta dei capelli?

Si possono usare delle cuffie appositamente studiate da indossare prima e durante la somministrazione della terapia. Non sempre, purtroppo, queste cuffie sono efficaci. Non lavare i capelli troppo spesso, asciugarli delicatamente, non praticare trattamenti aggressivi (permanente, tinture).

Cosa fare allora?

Tagliare i capelli corti prima che comincino a cadere e, eventualmente, acquistare una parrucca.

Ansia, depressione, insonnia2020-12-10T18:26:57+01:00

L’ansia, la depressione e l’insonnia

E’ possibile avere ansia e/o depressione durante la chemioterapia?

Si! L’insieme di interventi chirurgici, terapie mediche e controlli unito alla preoccupazione e/o paura del futuro induce ansia e depressione in molti pazienti. In molti pazienti, inoltre, compare una paura spesso immotivata, che condiziona la capacità di affrontare serenamente la vita quotidiana.

Quanto durano questi problemi?

Si tratta di problemi risolvibili, se affrontati con pazienza, con il conforto dei familiari e degli amici e con l’aiuto di uno specialista.

Si devono assumere farmaci?

Solo in caso di necessità e su indicazione e controllo del medico.

Si può diventare “dipendenti” da questi farmaci?

No! Essi, infatti, vanno assunti per periodi di tempo limitati, al fine di aiutare il paziente a superare un momento di particolare difficoltà.

Possono comparire disturbi del sonno?

Si! Possono essere legati all’assunzione di farmaci o, più frequentemente, essere conseguenza di uno stato ansioso.

Si devono assumere farmaci?

Se il medico lo ritiene opportuno si.

Cosa fare in caso di insonnia?

  • Dormire quanto richiesto dal proprio organismo.
  • Evitare caffè, cioccolata, thè, coca-cola nel tardo pomeriggio e nelle ore serali.
  • Non andare a letto se non si ha sonno.
  • Mantenere regolari abitudini di vita.
  • Mangiare ad orari regolari ed evitare di andare a letto subito dopo avere cenato.

Se si è ansiosi, depressi o se non si riesce a dormire bisogna informare il medico?

Sempre! Si tratta, infatti, di problemi che compromettono la qualità della vita, ma che, se affrontati con competenza, possono essere risolti in maniera rapida ed efficace.

Come devono comportarsi i parenti?

  • Il clima familiare deve essere il più sereno e tranquillo possibile.
  • Bisogna creare occasioni di svago e di vita in comune.
  • Parlare con il paziente, incoraggiandolo a non avere paura di mostrare il proprio stato emotivo.
  • Non minimizzare nè considerare esageratamente il problema.

Cosa bisogna assolutamente evitare?

E’assolutamente necessario evitare che il paziente assuma farmaci ansiolitici e/o antidepressivi senza indicazione e controllo del medico. E’ molto importante evitare di prestare ascolto a chi riferisce esperienze negative di conoscenti o amici affetti da patologie analoghe. La “chemioterapia” non è uguale per tutte le patologie; le terapie di supporto non sono praticate nella stessa maniera in tutti i Centri; la malattia principale e altri problemi clinici possono condizionare la incidenza di eventuali effetti collaterali; la capacità e la volontà di affrontare i problemi legati alla malattia principale ed al suo trattamento sono diverse da persona a persona. In conclusione, l’esperienza individuale della malattia e del suo trattamento rappresenta l’unico riferimento reale e valido nella gestione quotidiana dei problemi che eventualmente dovessero presentarsi.

L’ansia, la depressione e l’insonnia possono essere affrontate e risolte se tutti (paziente, familiari e medici) collaborano insieme ed in maniera coordinata alla soluzione del problema.

La stanchezza2020-12-10T18:28:37+01:00

La stanchezza

Quando possiamo dire che un paziente è stanco?

Quando non ha energie sufficienti per svolgere le normali attività quotidiane.

Da che cosa è provocata?

  • Può essere un effetto collaterale di alcuni farmaci o della radioterapia.
  • Può essere, inoltre, una conseguenza dell’ansia e della depressione.
  • Può essere dovuta alla malattia principale o ad altre patologie eventualmente presenti.

La riduzione dei globuli rossi può avere un ruolo?

Si! Anche se per provocare stanchezza è necessario che i valori di globuli rossi e di emoglobina siano veramente molto bassi.

Cosa fare?

  • Riposare adeguatamente.
  • Programmare le attività quotidiane.
  • Non sforzarsi al di sopra delle proprie possibilità.

Quando informare il medico?

  • Se si deve passare a letto più di metà della giornata.
  • Se compare confusione o disorientamento.
  • Se la stanchezza peggiora.

E’ necessario prendere farmaci?

In genere no. Di solito si tratta di un effetto transitorio, che scompare alla fine della chemioterapia.

Bisogna curare l’alimentazione in maniera particolare?

Non è necessario mangiare dei cibi in particolare. Una alimentazione varia e regolare è sufficiente e particolari accorgimenti dovranno essere impiegati solo su consiglio del medico.

Altre domande e risposte2020-12-10T18:33:11+01:00

Altre domande e risposte

Sono necessarie particolari precauzioni prima della chemioterapia?

Terapie e precauzioni particolari per i diversi farmaci sono comunicate direttamente dal medico curante.
In linea generale, è consigliabile:
– indossare vestiti pratici e comodi (specialmente per i pazienti trattati in regime di ospedale diurno);
– pianificare la giornata di terapia con anticipo per risolvere i comuni impegni quotidiani (lavorativi o familiari);
– preparare o far preparare in anticipo i pasti della giornata;
– organizzare il tragitto in ospedale;
– assumere negli orari indicati eventuali farmaci prescritti dal medico;
– effettuare un pasto leggero e nutriente, con pochi liquidi; portare, secondo le proprie abitudini, un libro, dei giornali, un piccolo radioregistratore con cuffie per  trascorrere più serenamente il tempo del trattamento;
– evitare di programmare impegni gravosi per le ore immediatamente successive alla terapia;
– al rientro a casa evitate odori particolarmente intensi (come profumi o vernici).

Durante la chemioterapia bisogna modificare le proprie abitudini di vita?

No! Occorre solo attenzione nel prevenire e nel trattare gli effetti collaterali alla terapia che abbiamo elencato.

Si può lavorare?

Si! Bisogna evitare, però, lavori molto pesanti, che comportano intensa fatica fisica e mentale, o che prevedano turni notturni o che richiedano particolare attenzione nell’utilizzo di macchine.

Si può guidare la propria auto?

In genere è meglio evitare di guidare la macchina il giorno della terapia e in presenza di effetti collaterali, nei giorni immediatamente successivi. In assenza di effetti collaterali e nell’intervallo tra le diverse somministrazioni di terapie si può svolgere una vita normale e, quindi, anche guidare l’auto.

Si possono avere rapporti sessuali?

Si! Non c’è alcuna ragione che giustifichi l’astensione dai rapporti sessuali. Durante la terapia si può verificare una riduzione del desiderio sessuale, in genere transitorio. E’ opportuno informare il medico della comparsa di questo problema, per poterlo affrontare nel modo migliore.

E’ opportuno usare contraccettivi?

Si! Una gravidanza in corso di chemioterapia potrebbe presentare delle complicazioni per la madre e per il feto.

Possono presentarsi irregolarità del ciclo mestruale?

Con alcuni farmaci si! Di solito sono transitorie e non necessitano di alcuna terapia specifica. Se le mestruazioni scompaiono completamente o si presentano molto ravvicinate è opportuno consultare un ginecologo. A volte la terapia può indurre una scomparsa permanente del ciclo mestruale, determinando l’insorgenza di una menopausa precoce.

Durante la terapia può aumentare il peso corporeo?

Si. Un aumento di peso (superiore a 1 – 2 Kg) rappresenta un segno clinico che deve essere tempestivamente segnalato al medico curante.

Durante la terapia si possono verificare alterazioni della cute o delle unghie?

Durante alcuni tipi di chemioterapia possono comparire alterazioni cutanee (maggiore pigmentazione, maggiore sensibilità agli sfregamenti o al grattamento, comparsa di strie o macchie scure) e strie sulle unghie. Può comparire una colorazione scura della vena utilizzata per la somministrazione dei farmaci. E’ necessario informare tempestivamente il medico curante, che prescriverà i rimedi più adatti.

Può comparire febbre durante la chemioterapia?

Alcuni farmaci possono indurre febbre. E’necessario informare tempestivamente il proprio medico curante per identificare le cause e decidere il trattamento migliore.

Può comparire bruciore agli occhi?

Alcuni farmaci possono irritare la congiuntiva. E’necessario informare tempestivamente il medico curante, che, individuata la causa, prescriverà i rimedi più adatti.

Possono comparire formicolii alle mani e ai piedi o disturbi dell’udito?

Sì. In questi casi è necessario informare tempestivamente il proprio medico curante per identificare le cause e decidere il trattamento migliore.

Possono comparire disturbi cardiaci?

Alcuni farmaci possono determinare disturbi cardiaci. Informare sempre il medico in caso di alterazioni del battito cardiaco, affanno, gonfiori alle gambe o ai piedi ed eseguire scrupolosamente i controlli che il medico vi prescriverà prima, durante e dopo la chemioterapia.

Si possono assumere farmaci già prescritti per altre malattie?

Generalmente è possibile proseguire i trattamenti in corso per altre malattie; tuttavia è necessario informare sempre il medico curante dei farmaci (o rimedi naturali) che si assumono abitualmente, per una valutazione di eventuali interazioni.

Si possono praticare sport o attività ricreative in genere?

Si! Purché, come per il lavoro, non si tratti di sforzi molto intensi, prolungati o ripetuti. Fare passeggiate all’aria aperta può rappresentare un ottimo esercizio fisico durante la chemioterapia.

Si può andare al mare o in montagna?

Si! Bisogna però evitare di esporsi al sole nelle ore più calde. In questi casi è bene proteggersi con una crema ad alta protezione. In ogni caso, è necessario chiedere al proprio medico la possibilità di esporsi al sole, poiché alcuni farmaci aumentano notevolmente la sensibilità cutanea ai raggi ultravioletti e possono indurre danni cutanei anche gravi.

Si possono incontrare amici, familiari, bambini?

Si! Non c’è alcun motivo che giustifichi un cambiamento delle abitudini di vita. Una certa cautela va usata, come già ricordato, nell’evitare persone affette da infezioni in fase acuta o luoghi chiusi e molto affollati.

La chemioterapia è efficace anche se non compaiono effetti collaterali?

Si la comparsa di effetti collaterali non è un indicatore di efficacia. Solo il vostro medico potra’informarvi sui risultati del trattamento, dopo aver effettuato gli accertamenti necessari.

Si puo’ rinviare di alcuni giorni il trattamento chemioterapico?

In assenza di specifiche indicazioni da parte del vostro medico, non si deve rinviare il trattamento. La efficacia della cura è strettamente connessa al rispetto delle dosi e dei tempi di somministrazione.

Cosa accade alla fine della chemioterapia?

Gli effetti collaterali scompaiono e si possono riprendere completamente le normali attività e le proprie abitudini di vita.

Quando e di cosa è opportuno parlare con il medico o con il personale infermieristico?

Ricordare sempre che il personale medico ed infermieristico non considera mai esaurito il proprio compito con la sola somministrazione dei farmaci. Un sereno confronto su problemi, anche apparentemente semplici, che interessano il paziente rappresenta sempre il modo migliore per evitare rischi inutili e complicazioni anche gravi. Il paziente non deve sentirsi mai solo con la sua malattia. I migliori risultati clinici si ottengono non solo con terapie adeguate, ma anche con un sereno, continuo e costruttivo confronto tra il paziente e tutti coloro ai quali è affidato il suo benessere.

Obiettivo prevenzione

CANCRO DELLA MAMMELLA2020-12-11T18:09:38+01:00

E’ il primo tumore per frequenza nel sesso femminile.

Quali sono le donne maggiormente a rischio?

  • Quelle che hanno la madre, sorelle o parenti di primo grado affette da cancro della mammella.
  • Quelle che hanno avuto la prima mestruazione in età precoce (10 anni).
  • Quelle che hanno avuto una menopausa in età avanzata ( > 56 anni).
  • Quelle che non hanno avuto gravidanze o con una prima gravidanza in età avanzata ( > 30 anni).

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Mediante l’autopalpazione;
  • con la visita medica periodica;
  • con l’ecografia mammaria;
  • con la mammografia.

La presenza di fattori di rischio ed il variare dell’età modificano l’opportunità di sottoporsi ai suddetti esami.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Alterazioni improvvise e persistenti nella forma della mammella.
  • Presenza di noduli alla palpazione.
  • Alterazioni dello spessore e/o del colore della cute (retrazione, ispessimento, arrossamento).
  • Retrazione del capezzolo.
CANCRO DELL’ENDOMETRIO2020-12-11T18:10:48+01:00

E’ il secondo tumore per frequenza nelle donne!

Quali sono le donne maggiormente a rischio?

  • Quelle in menopausa o in età perimenopausale.
  • Quelle obese.
  • Quelle che non hanno avuto figli.
  • Quelle in terapia ormonale con estrogeni, non adeguatamente controllate.

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Mediante visita ginecologica periodica;
  • con l’ecografia pelvica.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

Perdite ematiche vaginali inconsuete e protratte.

CANCRO DELLA CERVICE2020-12-11T18:12:04+01:00

La diagnosi precoce ha determinato una significativa riduzione della mortalità per questo tipo di tumore.

Quali sono le donne maggiormente a rischio?

  • Quelle tra i 30 e i 40 anni, che hanno iniziato ad avere rapporti sessuali in età precoce e che cambiano spesso il compagno (o il cui compagno ha molte relazioni);
  • quelle che hanno avuto più gravidanze, di cui la prima in età precoce;
  • le fumatrici.

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Mediante visita ginecologica periodica;
  • mediante Pap-test o Colposcopia.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Le perdite ematiche vaginali intermestruali.
  • Le perdite ematiche dopo il rapporto sessuale.
CANCRO DELLA VULVA E DELLA VAGINA2020-12-11T18:12:59+01:00

Sono tumori rari! Facile diagnosi con una visita ginecologica.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

Presenza di tumefazioni o ulcerazioni, il sanguinamento, le perdite vaginali di tipo biancastro, il prurito.

CANCRO DELL’OVAIO2020-12-11T18:13:59+01:00

Colpisce in genere le donne tra i 50 e i 60 anni.

Come ottenere una diagnosi precoce?

Purtroppo la diagnosi è in genere tardiva.

E’ necessario effettuare:

  • una visita ginecologica periodica;
  • una ecografia pelvica.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Aumento di volume addominale.
  • Sensazione di “peso” e/o dolore addominale o pelvico.
CANCRO DELLA LARINGE2020-12-11T18:15:06+01:00

E’ più frequente nel sesso maschile.

Cosa fare per ridurre il rischio di insorgenza?

  • Abolire il fumo della sigaretta;
  • ridurre il consumo di alcolici.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Modificazione del tono della voce (disfonia);
  • difficoltà alla deglutizione e/o alla respirazione
CANCRO DEL POLMONE2020-12-11T18:16:18+01:00

E’ il tumore più frequente negli uomini, ma è in costante aumento nel sesso femminile!

Cosa fare per ridurre il rischio di insorgenza?

  • Abolire il fumo della sigaretta (anche passivo);
  • evitare la permanenza in ambienti altamente inquinati.

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Mediante visita medica periodica;
  • esame citologico dell’espettorato (ricerca di cellule tumorali nel “catarro”);
  • esame radiologico del torace (anche se con risultati non certi di reale anticipo diagnostico);
  • partecipazione a studi clinici di screening.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Comparsa di tosse persistente.
  • Comparsa di dispnea (“affanno”).
  • Presenza di sangue nell’espettorato.
  • Dolore toracico.
CANCRO DEL RENE E DELLA VESCICA2020-12-11T18:17:53+01:00

Cosa fare per ridurre il rischio di insorgenza?

  • Abolire il fumo della sigaretta.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Febbre e/o dimagramento;
  • dolore gravativo in sede lombare;
  • necessità di urinare spesso;
  • presenza di sangue nelle urine.

Le analisi di urine e sangue, unitamente ad una visita specialistica, possono consentire una diagnosi precoce.

CANCRO DELLA PROSTATA2020-12-11T18:18:58+01:00

E’ un tumore che generalmente insorge nel maschio dai 55 anni in poi.

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Visita specialistica ed esplorazione rettale;
  • dosaggio ematico di PSA;
  • ecografia trans-rettale.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Dolore gravativo in sede perineale.
  • Cambiamento delle abitudini ad urinare spesso,di notte, con difficoltà e/o dolore).
  • Presenza di sangue nelle urine.
CANCRO DELLO STOMACO2020-12-11T18:20:10+01:00

Cosa fare per ridurre i rischi di insorgenza?

  • Evitare l’eccessivo consumo di alimenti conservati;
  • affumicati o contenenti nitrati (salsicce, salami, wurstel…).
  • Nutrirsi con una dieta bilanciata per contenuto di grassi e proteine, e ricca di vitamine A e C.
  • Abolire il fumo di sigaretta.

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Visita medica periodica;
  • esofagogastroduodenoscopia;
  • RX digerente;
  • ricerca sangue occulto nelle feci.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Dimagramento (in pochi mesi).
  • Anoressia.
  • Sarcofobia (inappetenza per la carne).
  • Sensazione di ripienezza anche dopo piccoli pasti.
  • Digestione lenta e difficoltosa.
  • Nausea e vomito (anche ematico).
  • Profonda astenia (stanchezza).
CANCRO DEL COLON RETTO2020-12-11T18:21:23+01:00

E’ uno dei tumori più frequenti, in entrambi i sessi, nel mondo occidentale, strettamente correlato ad abitudini alimentari!

Cosa fare per ridurre il rischio di insorgenza?

Dieta ad “alto residuo” (ricca di fibre alimentari, crusca, verdure, farina integrale) e povera di grassi animali.

Come ottenere una diagnosi precoce?

  • Visita medica periodica; esplorazione rettale;
  • ricerca sangue occulto nelle feci; clisma opaco e/o rettosigmoidoscopia o pancolonscopia;
  • partecipazione a studi clinici di screening.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Cambiamento delle abitudini dell’alvo (stitichezza, diarrea).
  • Dolore addominale.
  • Presenza di sangue nelle feci.
  • Sanguinamento ano-rettale.
MELANOMA E TUMORI CUTANEI2020-12-11T18:22:52+01:00

I tumori della pelle sono spesso misconosciuti, ma non meno pericolosi di altre neoplasie!

Come ridurre il rischio di insorgenza?

  • Le persone di carnagione chiara o molto chiara devono evitare prolungate esposizioni al sole;
  • osservarsi periodicamente la cute (autoesame);
  • effettuare periodicamente una visita di controllo dal dermatologo.

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione?

  • Qualunque cambiamento di nei già esistenti (colore, forma, sanguinamento…).
  • Comparsa di nuovi nei.
  • Comparsa di noduli, verruche, ulcerazioni cutanee.

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