Melodia dell’indicibile

“Laetus in praesens. Lieto nel presente.” Accademia Platonica fiorentina

Lieto nel presente era il motto dell’Accademia Platonica, un modo per salutarsi anche e per ricordarsi del presente senza troppo essere proiettati nel passato o nel futuro.

Ed è una cosa che i bambini riescono a fare benissimo e che porta molti benefici al benessere interiore.

Mi è sembrata un’espressione molto utile parlando in questo articolo di bambini e di come affrontare con loro il tema della malattia quando uno dei familiari si ammala ed è difficile pertanto rimanere lieti.

I bambini vivono nel presente molto più di quanto non facciamo noi adulti, sono molto più istintuali e assorbono ciò che è attorno a loro come fossero spugne.

Durante la mia pratica clinica mi è stato spesso rivolto il quesito riguardo al comunicare o meno al bambino o ai bambini che uno dei genitori si era ammalato.

In linea generale la risposta è sempre stata sì.

Questo perché i bambini percepiscono tutto ciò che avviene intorno a loro, anche quando sono ancora in età preverbale.

Si accorgono dell’atmosfera che aleggia in casa e quindi dei cambiamenti che in questa avvengono a seguito di una diagnosi di malattia.

Sono numerose le ricerche che ci confermano che anche il feto assorbe in qualche misura l’umore della madre, quindi non stupisce il fatto che anche bambini molto piccoli percepiscano gli umori che si alternano all’interno del nucleo familiare.

Per comunicare al bambino tali cambiamenti bisogna tener conto dell’età del bambino e dunque della fase di sviluppo in cui si trova (es. preverbale o verbale) o se è prima o dopo i sette anni, quando cioè la parte razionale del cervello comincia a stabilizzarsi e il bambino è quindi più capace di ragionamenti complessi.

In linea generale, proprio per questa capacità dell’essere umano di percepire, che sia ad un livello più istintuale ed emotivo (es. i toni di voce), o ad un livello più razionale e complesso in cui rientrano i cambiamenti evidenti nell’aspetto fisico della persona che sta affrontando delle cure, l’indicazione è quella di considerare fortemente la possibilità di fornire ai figli spiegazione adeguata di ciò che sta avvenendo.

Non possiamo illuderci che i bambini non capiscano o non si accorgano, nonostante ci si possa sforzare di essere più possibile “normali”.

Trattando un tema che ha tante sfaccettature non sarebbe corretto stilare un vademecum di cosa fare e come farlo.

La generalizzazione rende impossibile tener conto dei molteplici fattori da prendere in considerazione, primo fra tutti l’età del bambino e quindi cosa è necessario comunicare e come affinché quest’ultimo non cada nella confusione e nello spavento o inizi a non fidarsi dei genitori perché ciò che percepisce in casa è in contrasto con ciò che gli viene detto.

Inoltre, bisogna valutare se coinvolgere nel processo di comunicazione gli insegnanti in caso il bambino fosse in età scolare.

Concludendo, teniamo presente che i bambini vivendo molto più di noi adulti nel presente riescono a mantenere un maggiore benessere anche in caso di malattie all’interno del nucleo familiare, a patto però che abbiano delle spiegazioni congrue alla situazione, alla loro età ecc. dalle figure di riferimento.

I fattori da tenere in considerazione sono però, come già detto troppo variegati, vale pertanto la pena di chiedere un consulto psicologico per affrontare la questione attraverso supporti e indicazioni specifici che possano tener conto dei singoli casi.

Cibo e salute

SOSTIENICI

Sostieni Aiscup Roma ETS
Sostieni la ricerca

2021-02-12T12:20:57+01:00
Torna in cima